lunedì, dicembre 27, 2004

qualcuno

Di nuovo fine anno... Per qualcuno è arrivato il momento di fare i conti e qualcuno non si può permettere di fare conti. Qualcuno si aspetta che il prossimo anno sarà migliore e qualcuno sa già che sarà tutto come prima ma, in fondo, ci spera lo stesso. Qualcuno quest'anno, e quello prima e quello prima ancora, ha visto cascare bombe intelligenti sulla propria casa. Qualcuno mi ha detto che quest'anno niente, ma l'anno prossimo se ne va in vacanza cascasse il mondo. Qualcuno quest'anno si è stirato la pelle e si è rimesso pure i capelli. uno che si è stirato la pelle e si è rimesso pure i capelli fa il presidente del consiglio. Qualcuno a Natale è andato in America per vedere se con la rielezione di Bush gli facevano storie per la barba e i capelli lunghi Qualcuno sta per finire l'Università e poi non sa che cazzo fare. Qualcuno da qualche parte sta aspettando il millennium bug con 5 anni di ritardo. Qualcuno invece sta aspettando un piccolo contributo dal comune, per le manifestazioni che ha organizzato in un paesino della marsica che si chiama Capistrello. Qualcuno in quel paese aspetta che arrivi il metano per risparmiare sul riscaldamento. Qualcuno quest'anno voleva passare il capodanno alle Maldive. Così ci si dimentica facilmente di qualcuno che alle Maldive ci viveva da povero, e l'acqua se l'è portato da un'altra parte. Qualcuno ha gioito per la propria squadra del cuore. Qualcuno (il sottoscritto lo sa bene!) non gioisce per la propria squadra del cuore da troppo tempo. Qualcuno ha fatto un incidente, qualcuno ne ha fatto più di uno. Qualcuno è tornato e qualcuno è ripartito. Qualcuno lavora fuori e qualcuno torna ogni quindici giorni. Qualcuno mi ha fatto masterizzare "live in Volvo" di Capossela... che strippo... Qualcuno quest'anno si è fidanzato ed è come se avesse vinto alla lotteria. Qualcuno si è lasciato ed è come se avesse vinto al superenalotto. Qualcuno mi ha fatto stare bene per un anno intero. Qualcuno si è stufato di scrivere "qualcuno"...

martedì, dicembre 07, 2004

IL MEGAPARCO

"Dite la verità?!!!!!!! Credevate veramente che il mondo del divertimento avesse raggiunto mete insuperabili!!!" Le nuove eroine del sexy-show, le gemelle Luana e Eva Velina iniziarono così la loro performance sul megapalco allestito nel megaparcheggio del nuovissimo megaparcodidivertimenti della LUDOSADOGAME. In tutto sarebbero dovute stare sul palco per circa un quarto d'ora, ma alla fine, gli addetti alla security, dovettero portarle fuori a forza. Credendo di far parte della casa del grande fratello 25, da regolamento chiedevano quantomeno di essere prima nominate. Dopo di loro si sarebbe svolto il megaconcerto in playback dei Dick Boys, la boyband più famosa del momento, che per la gioia delle teenagers avrebbero "indossato" solo l'ultimo sleep del famigerato stilista dolce, staccatosi da gabbana quando quest'ultimo se l'era svignata in Jamaica con un indossatore senegalese. Trasmissioni televisive indiscrete dichiaravano che lo stesso dolce si consolasse nel backstage con un acrobata nano. Alla fine dello spettacolo, le porte del più maestoso parco giochi della capitale si sarebbero schiuse per consentire l'ingresso degli allibiti clienti. L'ingresso era gratuito per i primi cinquanta e la ressa cominciava a farsi insostenibile quando l'incaricato della gestione dell'ordine pubblico, il Sadico, diede l'ordine di sparare sulla folla le prime scariche di adrenalina in mini siringhe, queste si infilavano sotto pelle e venivano metabolizzate dall'organismo in pochi secondi. Un turista genovese, sfortunatamente colpito da una siringa in testa non resse l'entusiasmo e si diresse di corsa verso il cancello, ma riuscì a malapena a superare il limite invalicabile che i supercops governativi lo falcidiarono all'istante; accadevano sempre questi spiacevoli episodi nelle adunate pubbliche. Il presidente tardò appena due minuti, rispetto al cerimoniere, per premere il pulsante che avrebbe dato vita al miracolo, solo il tempo necessario per l'arrivo dei ricicla corpi, che inscatolarono il turista genovese e lo spedirono a casa con spese a carico del destinatario. Le campane allucinogene iniziarono i loro crepitanti rintocchi e, in preda a deliziose volgarità mentali, il pubblico potè ascoltare la voce di mikey trip: "signori e signore, vecchi e bambini, sfatti e strafatti, ricchi e poveri ma soprattutto ricchi! ecco a voi lo spettacolo + spettacoloso del mondo!" seguirono alcune istruzione per il mantenimento della sicurezza, ma come al solito nessuno ci fece caso e i pochi che le ascoltarono le dimenticarono appena varcato l'ingresso. Capire cosa fare appena entrati in un parco della ludosadogame non era facile, tante erano le strade che portavano verso i più disparati luoghi di svago, questa volta però i dirigenti avevano pensato proprio a tutto, ogni strada era visionata da hostess addette all'illustrazione del percorso, qualche cliente però se ne fece un'idea sbagliata e si gettò impunemente su una biondona di sesta misura, la stessa non ci mise più di un'ora a cambiare mestiere e ad offrirsi ai clienti per un minimo di trentaeuro, quando si dice saperci fare negli affari. Dopo una settimana le hostess, e anche qualche stewart, avevano divise più succinte e dovevano pagare una percentuale ai papponi aziendali. Il parco si sviluppava su 10 lunghi viali. Il primo (pully street) era un simil-asilonido con baby sitter, l'ultimo era una simil-casadicura con splendide nonno-sitter in bikini. Tutti, e a tutte le età potevano divertirsi e godere dei benefici del megaparco, famiglie intere ci passavano i loro fine settimana: le mogli nelle boutique del viale shopping, i figli nei negozi di telefonini e i padri a violentare qualche cinesina nel quartiere della pedofilia. Gli affari delle più grandi multinazionali venivano conclusi negli alberghi a nove stelle fatti costruire al centro del parco, diventato il centro nevralgico dell'economia mondiale Dopo una settimana il megaparco della capitale aveva fruttato all'azienda governativa più di tutti gli altri disseminati nel paese. I turisti americani guardavano meravigliati le strutture in amianto e uscivano sistematicamente con un "Oh Yeah!" di approvazione. Fu un giorno di settembre di non so più quale anno che tutto questo finì. I libri raccontano di un black out mondiale, dovuto al sovraccarico energetico degli abbonati in pay per view, che danneggiò irrimediabilmente gli impianti del megaparco... nessuno aveva mai pensato che potesse succedere e neanche i servizi segreti di tutto il mondo lo avevano potuto prevedere. Fu come il crollo della torre di Babele. La leggenda al contrario, narra di un bambino africano, Hiloshy, che studiando sodo negli States, aveva elaborato un metodo infallibile per mettere fine a tutte le minkiate che le televisioni e la pubblicità si ostinavano a vendere come prodotti della felicità. Da quel giorno l'umanità fu in grado di accorgersi delle condizioni a cui si era ridotta e dopo qualche mese riuscì anche a recuperare lo spirito critico e di osservazione senza farsi più condizionare. È per questo che ancora oggi, nel 2079, Hiloshy viene ricordato!

martedì, marzo 16, 2004

kaput

L'auletta F è vuota, c'è rimasto solo l'odore amarognolo di fumo di sigaretta, lasciato dagli studenti che ci hanno passato la mattinata a studiare, o a ridacchiare. Aspiro tabacco e mi godo, seduto, il ventotto trentesimi rimediato non più di un quarto d'ora fa in storia del giornalismo. Come ogni volta, prima di informare i miei e Silvia sul risultato ottenuto, passo il mio momento di soddisfazione personale in perfetta solitudine. Il rituale prevede ancora che alle telefonate di rito seguirà una birra nel primo bar incontrato fuori dal palazzo. Questa volta però la soddisfazione la sento in modo diverso, non tanto per il voto, quanto per il fatto che comincio a vedere sempre più vicina la fina del mio percorso di studi. Quando mi trasferii nella capitale per intraprendere la carriera universitaria che, secondo i miei, mi avrebbe dovuto portare a diventare un gran biologo, non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi, quattro anni dopo, in questa cittadina di provincia a sostenere esami come quello di oggi. Gli anni persi, insomma, cominciano ad essere solo un lontano ricordo e la "riscossa personale" che mi imposi un po' di tempo fa davanti allo specchio sta per diventare realtà. In tasca mi sono rimasti pochi spiccioli, non mi basteranno nemmeno per il biglietto dell'autobus, ciò significa che viaggerò con il rischio di beccarmi la solita predica paternalista dal controllore di turno, senza contare la multa ovviamente. Dopo quindici giorni torno al paese, ho bisogno di beni primari quali pasta, sughi della mamma e nutella. Inoltre devo vedermi con Nello e preparare, insieme a lui, l'ultimo numero di kaput, la nostra fanzine. Quando sono partito l'ultima volta ho lasciato un paese quasi in subbuglio per un racconto che abbiamo pubblicato. Nello mi ha ragguagliato via e-mail sulle reazioni dei nostri concittadini; "reazioni di persone scandalizzate per il linguaggio osceno e volgare", mi ha scritto. Mi è venuto da ridere quando, il giorno stesso a lezione, il mio professore di scrittura creativa ha asserito "io non conosco parole oscene, conosco solo parole". È incredibile quanto le nostre pubblicazioni stiano diventando mal viste dal pubblico. Proprio per evitare di farci insultare come al solito, avevamo pensato ad un'edizione di soli racconti, tralasciando di parlare di mal governo e politica e dando libero spazio alla fantasia. I soliti ben pensanti non hanno gradito neanche questa volta, ma soprattutto non hanno capito neanche questa volta. L'ultima edizione è stata pubblicata anche per prenderli in giro e per dirgli di non prenderci troppo sul serio. Invece puntuali sono arrivate le critiche e gli attacchi da chi magari non ha mai letto un libro, ma si permette di definire osceno un racconto in cui c'è scritta la parola "sodomizzazione". Da quello che ho letto nell' e-mail, Nello mi è sembrato molto su di giri, io gli ho risposto che in fondo un sacco di gente ci ha fatto comunque i complimenti, ma lui mi ha detto che si è veramente rotto e che ha in serbo una sorpresa per il prossimo numero. Non posso mancare. Ieri sera c'ho rimuginato tanto a questa storia, poi sono tornato indietro nel tempo e ho ripensato a quando abbiamo iniziato. Il primo numero della fanzine è datato 19 Maggio 2001. In barba alle leggi sulle pubblicazioni tappezzammo il paese di fogli A4, con un titolo che sembrava "nazista", ma altro non è che a storpiatura dell'antico nome del paese stesso. All'inizio tutti lodarono il nostro operato... "bravi questi ragazzi", "continuate così", "Voglio scrivere anch'io", "me lo pubblicate l'articolo sulle fontane?". Una crescita esponenziale di collaborazioni e pubblico ci ha accompagnato per diverse settimane. Poi, evidentemente, chi credeva che non avremmo continuato a lungo, cominciò a storcere il naso e allora vai con querele e contro querele. Oggi gestiamo una testata con autorizzazione del tribunale, che per accettare le motivazioni sul nome ci ha messo più di un anno. Lo spirito irriverente provocatorio che ci ha sempre distinto non si è perso. Qualcuno ci dice che dovremmo essere più decisi, qualcun altro teorizza che non riusciamo mai ad essere diplomatici e qualcuno ha provato anche a corromperci... Nello l'ha presa parecchio male e l'altro anche peggio: 30 giorni di prognosi e un naso che non è mai tornato come prima.