venerdì, maggio 12, 2006

giovedì, maggio 11, 2006

CHIEDI ALLA POLVERE

Sono stato a vedere la trasposizione cinematografica del romanzo di John Fante. E’ la prima volta che mi capita di aspettare l’uscita di un film al cinema con così tanta curiosità. Curiosità di vedere sullo schermo le scene di un romanzo che mi aveva appassionato come nessun altro libro. Quella che ho fatto su “Chiedi alla Polvere” è stata una lettura ossessiva, non mi riuscivo a staccare dalle pagine e dalla storia di quel figlio di italiani alla prese con un’America ipocrita e razzista (dopo aver divorato anche “Aspetta primavera, Bandini”). Il film, purtroppo, è un’altra cosa. Mi dispiace, ma dopo averlo visto posso tranquillamente pensare che, per me, potevano anche risparmiarselo. Se non si riesce a suscitare nel pubblico lo stesso tono di ironica malinconia che trasmette Fante nei suoi romanzi, allora il film è inutile. E non si può dare in pasto al pubblico una sorta di storia d’amore congeniata all’americana maniera. Il finale poi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, nel libro Camilla si inoltra nel deserto e Bandini rinuncia a cercarla dopo aver camminato a lungo sulla sabbia… Perché il regista deve proporre la scena finale di una morte tra le braccia del proprio amato così come se ne sono viste già all’infinito? E poi ancora, se Camilla è rappresentata sullo schermo da una bellissima Salma Hayek,, allora quella non è la Camilla che io ho conosciuto tramite la sublime rappresentazione di Fante, ovvero quella di una ragazza messicana con problemi di integrazione sociale e tutt’altro che una gran bella donna… Il film, a questo punto, mi ha dato un solo piacere: quello di farmi ricordare alcuni dei particolari del romanzo, che per forra di cose, erano andate via dalla mia memoria…