martedì, agosto 28, 2007

È strano come a volte singoli e apparentemente insignificanti episodi possano dare un senso diverso alla giornata. Insomma; porto addosso questa maglietta con questa scritta di George Orwell da diverso tempo, ma mai le avevo dato il senso di questa mattina. Una mattina passata tra le strette maglie della burocrazia e delle leggi italiane, che mi hanno portato di nuovo ad effettuare i controlli per dimostrare a chissà poi chi, che non sono un alcolizzato solo perché quella sera ho superato il limite all’etilometro dello 0.05%. Comunque, la T-shirt su citata, piacevole ricordo dell’esperienza in Malatempora, recitava: “Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”… Ora; nel cercare di analizzare il significato globale della frase, scritta dall’uomo capace di realizzare quel capolavoro di libro che risponde al titolo di “1984” ci si potrebbero passare ore, ma non mi sembra questo né il luogo né la situazione adatta per discuterne. Qui piuttosto mi piace appuntare di quell’infermiera bruttina e un po’ svogliata che alle nove di questa mattina, dopo una notte passata insonne e ad occhi sbarrati, mi ha succhiato via dal braccio quel po’ di sangue nell’ambulatorio Usl della città. La tipa non ha fatto niente di speciale, sia chiaro, e forse sono io che, come al solito, ci sto facendo su troppi ricami, ma quando dalla sua postazione di fronte a me sul tavolo, e mentre cercava affannosamente una vena in cui infilare l’ago, ha detto che quella frase “In fondo vale anche per le situazioni personali” mi ha quasi sconquassato più del sangue in meno che mi sono ritrovato a fine trattamento. Mi è bastato rileggerla a mente la frase per capire che la signorina, credo che tale fosse, aveva colpito… “Nel tempo dell’inganno universale”, quando le tue proiezioni sul futuro sono basate solo su speranze che già in passato si sono dimostrate molto fragili, “Dire la verità è un atto rivoluzionario”. E allora sì, basta guardarsi allo specchio per dirsi che no, così non và. Che quell’atto rivoluzionario, in fondo, può essere fatto anche su se stessi. Per guardarla in faccia la realtà. E per cercare di aprire, presto, nuovi orizzonti, nuove idee, nuovi sogni.

In ascolto: One way street - Mark Lanegan