sabato, gennaio 12, 2008

“Off”: Libertà di stampa? No, precariato

Meno di un anno di vita, ma fucina di lavoro precario per i giornalisti, rimasti senza lavoro e senza stipendi. Ecco la storia di Off – Quotidiano di spettacolo di Roma

L'esperienza di “Off – quotidiano di spettacolo” nasce nella capitale negli ultimi giorni di dicembre 2006. Il giornale, espressione della scena artistica e culturale romana e non solo, inizia a uscire in edicola al mattino e in distribuzione gratuita al pomeriggio riscuotendo subito l'interesse di un pubblico attento e curioso.

La redazione, composta da giovani redattori e da qualche “firma” esterna, lavora sin da subito con un buono spirito di iniziativa e segue diligentemente le direttive del direttore Giulio Gargia e dell'editore Leonardo Giuliano.

Le prime settimane scorrono velocemente e non mancano lodi e complimenti provenienti dal pubblico dei lettori e dal mondo degli addetti ai lavori verso un giornale che riesce a osservare la scena del mondo dello spettacolo con un taglio diverso dai soliti giornali e dando spazio a quelle realtà alternative che difficilmente riescono ad avere visibilità sui grandi quotidiani.

Ai successi riscossi dalla linea editoriale però, cominciano presto a fare da contraltare i primi problemi relativi ai compensi verso chi lavora alla realizzazione del progetto. Dopo il primo stipendio pagato regolarmente, infatti, l'editore comincia a retribuire i redattori con sempre minore regolarità: prima “pagando a rate” con cento euro elargiti settimanalmente e poi cominciando a ritardare del tutto i pagamenti, facendo così aumentare il credito vantato dai redattori.

Alle richieste di chiarimento sulla situazione economica della testata e sui pagamenti degli stipendi, sia l'editore che il direttore rispondono con toni rassicuranti, citando l'esistenza di alcuni contributi di varia provenienza, che da lì a poco sarebbero arrivati e che avrebbero così contribuito a regolarizzare gli stipendi arretrati.

Il giornale continua comunque a uscire regolarmente grazie al lavoro quotidiano dei redattori che si adoperano anche alla realizzazione di un evento per festeggiare l'uscita del centesimo numero del quotidiano. L'evento riscuote una buona partecipazione, ma non è che una falsa vanità; il numero 101 infatti vedrà la luce dopo una lunga pausa imposta al giornale a causa dei debiti raggiunti con lo stampatore.

A quel punto sembra chiara ai redattori l'impossibilità di veder corrisposti i propri stipendi, nonostante editore e direttore continuino a rassicurarli. A fine maggio 2007 il giornale riparte, dopo i tagli alla distribuzione e all'ufficio commerciale, con la solita promessa dei già citati contributi e con un pagamento di uno stipendio regolare a tutti i redattori rimasti.

Nella stessa situazione dei giornalisti si trovano ovviamente anche i due grafici che lavorano all'impaginazione di Off.

Il giornale ritorna in edicola – ma senza distribuzione pomeridiana – con l'ambizioso progetto Off 2.0, che vuole mettere in primo piano la partecipazione dei lettori alla creazione di notizie e portare l'attenzione sulle nuove dinamiche collaborative tipiche del web già da alcuni anni e sulle nuove forme di licenze (copyleft e affini). Ma idee confuse riguardo a ciò che realmente si muove in rete e a quali sono le dinamiche che lo animano da una parte, e dall'altra la mancanza di risorse (ad esempio per la realizzazione di un sito web che permetta l'interazione dei lettori), fanno sì che questa versione 2.0 del quotidiano non decolli mai.

Nel frattempo, tagliate le collaborazioni esterne, tutti i contenuti del giornali sono in carico ai quattro redattori. A metà luglio il giornale si ferma per una lunga pausa estiva, che dovrebbe essere interrotta in occasione della Mostra del cinema di Venezia con uno speciale distribuito su Roma e Venezia per cui viene fatta una promozione tale per cui Off riesce a ottenere addirittura 11 accrediti stampa. Ma ovviamente i soldi per andare a Venezia non ci sono e non ci sono nemmeno per stampare il giornale sulla capitale.

Dopo la pausa estiva, Off non torna più in edicola, i redattori si trovano senza lavoro e con pagamenti arretrati per due o tre mesi che ancora non arrivano, nonostante le sollecitazioni all'editore e al direttore.

Inutile sottolineare la situazione dell'inquadramento contrattuale di chi lavorava in redazione: se due redattori avevano un contratto non legato però all'attività da loro realmente svolta (cioè attività redazionale vera e propria) per i due giornalisti pubblicisti iscritti all'ordine non c'era nessun contratto, ma accordi verbali più volte disattesi nel corso del tempo.

Come ex-redattori di Off abbiamo aspettato per raccontare la storia del giornale nella speranza che la situazione venisse risolta. Purtroppo così non è stato, al momento è in corso anche una indiagine dell'INPGI (per il mancato versamento dei contributi) e noi vogliamo rendere pubblica la vicenda perché anche chi non ha seguito la storia del giornale oppure chi ne ha apprezzato la qualità sappia come effettivamente sono andate le cose in redazione.

Non solo, vuole essere anche un segnale per tutti coloro che si occupano di tutelare i giornalisti nel loro lavoro, per sottolineare ancora una volta che questa, purtroppo, è ormai la prassi per il mondo del giornalismo di casa nostra a cui, in questo modo, non è consentito sviluppare quel livello di indipendenza e possibilità professionali che lo rendano degno di essere chiamato davvero con il nome di giornalismo.

Invitiamo qualunque persona che dia ancora valore a termini come deontologia professionale, colleghi e non, e che ritenga il settore dell'informazione il terreno fondamentale in cui la verità e la menzogna si sfidano, in cui le necessità umane possano rivalersi su quelle delle merci, in cui poter costruire un altro mondo possibile, a prendere atto che bisogna spendersi in ogni modo per arrestare il trend che fa dell'informazione un business, per il bene di una categoria di lavoratori, i giornalisti, e per il bene pubblico della società intera. Ne è prova che anche l'ultimo giornale, che pretende di essere di sinistra e indipendente, non si fa il minimo scrupolo a diventare una fucina di lavoro precario e mancato rispetto dei diritti. Fermiamo l'idea dell'informazione come business, ci stiamo giocando la libertà e la dignità di fare questo mestiere.

Gli ex-redattori di Off - Quotidiano di spettacolo

Dini Casali Roberto Laghi Gianluca Salustri Dimitri Sassone

domenica, gennaio 06, 2008

Roma

Sì, mi ero decisamente disabituato a scrivere su carta... ma tant'è, vuol dire che quando sarà il momento copierò in bella sul pc e posterò on this blog... La nuova casa romana per il momento mi distacca un po' dalle nuove tecnologie (il che non è detto che sia sempre male), ma per il resto sì, è quello che cercavo. Roma oggi per me non è solo traffico, è una nuova opportunità… Roma oggi è il 19 da prendere, non più per Piazzale dei Gerani, ma per andare a lavoro. Roma ora è una camera al Pigneto ancora da sistemare, ma che sta prendendo già la sua forma. E soprattutto non è più il monolocaleconvistaredazione in cui ho vissuto giorni pesanti e duri da digerire. Roma è il Capodanno appena vissuto e il Capodanno da cui ti arrivano saluti che stenti a capire. Roma, oggi più che mai, è crocevia. Di vita. Storie. Emozioni. Esperienze. Nuove sensazioni.
In ascolto: Cose semplici e banali - Afterhours