domenica, aprile 26, 2009

e non sentirli...

Giorni importanti da queste parti, con ricorrenze che segnano il tempo e regalano ricordi, emozioni quotidiane e cose da contare per vedere se fa veramente trenta. Che le cifre tonde sembrano fatte apposta per spaventare e chissà poi perché. E invece qua ci scappa proprio un bel sorriso, mentre con le bottiglie fide compagne si balla e si canta alla corte del “Re del Regno vicino”, mentre si percorrono con infinita curiosità nuove strade e mentre si cerca di raggiungere ancora nuovi orizzonti per continuare a dire “ma che bello che è”. Si canta e si balla ancora, per giorni, e gli sbalzi d’umore diventano innocenti saltelli sui tappetini elastici, le dicotomie dei personaggi scompaiono per riapparire solo alla fine della storia, i lavori più o meno usuranti che sanno bene come logorare le schiene passano in secondo piano e gli amori che vanno e poi ritornano come cantava quello lì sono solo un puntino piccolo così. Si balla e si canta, con il sorriso sulle labbra e una stella sulla guancia, e in fondo ora chissenefrega se i giochi da bambino oggi non ci sono più; io oggi ho tra le mani c’ho una bella, calda e morbida sfera da accarezzare…

In ascolto: Vesto sempre uguale - 24 Grana

lunedì, aprile 20, 2009

bellezze

Raccolgo margherite ai bordi di strade abbandonate e sotto palazzi fatiscenti mentre da queste parti si susseguono scissioni di atomi che “manco” una centrale nucleare. E allora che passino pure le macchine strombazzanti sui semafori della Prenestina, le sveglie mattutine che non erano mai state così pesanti, i tram pieni di emozioni soffocate e le bocche più o meno conosciute che emettono suoni confusi. E passino anche le passeggiate dentro le tombe dei papi, l’oro dei loro anelli e i rum da otto euro. Perché qui, ormai, i cicli si chiudono a una velocità inconsueta e impercettibili scontri di nuclei energetici provocano spostamenti delle soglie, accendono lampadine di curiosità e stimolano gli organi sensitivi. E sarà pur vero che stiamo combattendo un po’ tutti guerre già perse in partenza su campi di battaglia ostili e fangosi, ma c’è comunque da rallegrarsi nel riuscire a elogiare ancora la bellezza; quella portata a spalla dalla primavera, dalla tomba quasi nascosta di Trilussa dentro il cimitero monumentale del Verano, dalle bottiglie di limoncello bevute alle due di notte cantando a squarciagola sotto le finestre, da una piccola creatura animata che rallegra e da una piccola donna che cresce. La bellezza delle sensazioni che tornano a presentarsi forti, terribilmente forti. E che prendono sulla pelle riscaldata, e scavano, e si insinuano fino alle ossa e dentro allo stomaco. Quelle che non ti resta che assorbirle, facendole tue e rigettandole di nuovo all’interno di questo pazzo pazzo mondo… facile no?

In ascolto: Beato me - Dente

giovedì, aprile 09, 2009

L'Aquila

Pensi di essere armonicamente sintonizzato con la primavera. Seduto fuori da un bar ti appunti di piccole grandi cose che ti fanno vedere il mondo migliore di quello che è e poi, all’improvviso, ti ritrovi oscurato da un cazzo di evento che non stava scritto su nessuna pagina inchiostrata. La natura si mostra infame come non mai e si ribella portandosi dietro morte e disperazione. Da un momento all’altro le immagini di distruzione si sovrappongono a quelle dei giorni spensierati e ora, appena un attimo prima del rimboccarsi le maniche come solo la gente d'Abruzzo sa fare, non rimangono che i ricordi… quelli di una città che non c’è più, di una città da cui noi siamo dovuti scappare per quanto ci andava stretta, di una città da cui mai come ora ci sembra di essere distanti anni luce… tornerà a vivere L’Aquila, cazzo se tornerà a vivere!

“Vorrei essere dentro al Boss e bere un bicchiere di vino, vorrei cantare con l'Aquila e sorridere con la serata. Vorrei camminare per il corso e accarezzare tutti quei muri che spesso hanno accarezzato la mia testa, vorrei essere all'ultimo piano della casa dello studente e buttare le coperte di Emanuele giù, su via XX Settembre, e vorrei nascondermi dentro all'armadio, vorrei essere alla fontana delle 99 cannelle e provare a ricontarle perché non ne ho mai contate 99, vorrei rivisitare tutte le 99 chiese, le 99 piazze, le 99 fontane e poi andare a mangiare della pizza nel primo forno notturno, vorrei gettarmi dentro la fontana di piazza Duomo vestito con una ruota della macchina, vorrei ricamminare sopra i tetti di via Sallustio e rivedere il sorriso della luna, vorrei essere in facoltà e dormire durante la lezione di geometria, vorrei incontrare per caso Gianluca di fronte al Farfarello, vorrei essere all’ospedale San Salvatore e fumare una sigaretta con la prima infermiera di turno, vorrei essere a piazza Palazzo e litigare con Francesca e poi sedermi sotto la sua finestra ad aspettare che venga giorno, vorrei fare l'amore a piazza d'armi… vorrei continuare a sognare!!!”
- Marco -

In Ascolto: Cry Baby - Janis Joplin