lunedì, marzo 13, 2006

IN LINEA CON L'ASSASSINO

Quattro milioni di newyorkesi continuano ad usare le cabine telefoniche pubbliche per comunicare. Stuart (un ottimo Collin Farrel), pubblicitario senza scrupoli, è uno di loro: ogni giorno si ferma nella stessa cabina per telefonare alla sua amante, ma l’azione che compie quotidianamente si trasforma presto in un incubo. Il telefono della cabina squilla… lui alza la cornetta… all’altro capo del filo risponde un serial killer che sembra volersi sostituire a Dio per purificare lo spirito di chi, come il protagonista, agevola i propri interessi calpestando i sentimenti di chi ha al fianco. Cosa fare se si rimane ingabbiati in una cabina telefonica con un fucile laser puntato sulla testa? Inizia così il frenetico thriller di Joel Schumacher (Un giorno di ordinaria follia, Il fantasma dell’opera): a dirla tutta un thriller un po’ anomalo che rischierebbe di cadere nella noia da subito se non fosse per il talento del regista che riesce a colmare sapientemente le lacune di una sceneggiatura piuttosto risicata. Lo scenario è sempre lo stesso: la cabina al centro della piazza, ma Schumacer riesce a salvare lo spettatore da sensazioni claustrofobiche cambiando velocemente e ripetutamente la visuale delle riprese, da dentro la cabina fino all’interno del mirino con cui il cecchino punta la vittima e i passanti. L’intenzione di girare un film attorno ad una cabina telefonica si trasforma presto in un esperimento ben riuscito dove i colpi di scena arrivano nei momenti giusti, quelli in cui lo spettatore comincia a realizzare che la vicenda è quantomeno surreale, e vanno di pari passo con l’apparire sulla scena degli altri protagonisti; un omicidio, la diretta dei network, l’arrivo della polizia, quello della moglie (Rhada Mitchell) e poi dell’amante (Katie Holmes) di Stuart servono come oro per dare nuova linfa alla trama. Lo scontro dialettico tra vittima e carnefice si arricchisce in questo modo di nuovi elementi e per il protagonista cominciano ad aprirsi spiragli di salvezza: basterà svelare i suoi segreti in diretta nazionale per salvare la propria vita? In linea con l’assassino (traduzione non azzeccatissima di Phone Booth) entra di diritto nel filone di una filmografia che, sempre di più, sfrutta il telefono come nuovo oggetto della paura (basti pensare alla sequenza iniziale del primo Scream o a The Ring); girato in soli 11 giorni e sequenzialmente (ovvero ripreso nell’ordine in cui lo vediamo), il film doveva uscire nell’ottobre del 2002, ma è arrivato nelle sale solo ad Aprile dopo che si erano spente le luci sul caso del cecchino che ha terrorizzato gli Stati Uniti uccidendo undici persone tra l’Alabama e Washington. Volendo trovare un messaggio sociale nella pellicola non si può non tener conto del fatto che Scumacher sembra voler muovere una forte critica verso una società sempre più influenzata dai media, dove ciò che conta è solo l’immagine. È per questo, probabilmente, che durante tutto il film si nota un grande slogan pubblicitario sulla vetrina di un palazzo dietro la cabina: Who do you think you are?
Regia Joel Schumacher Cast Colin Farrell, Forrest Whitaker, Katie Holmes, Rhada Mitchell Genere Thriller Paese Usa Durata 81’ Uscita giugno 2003

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