venerdì, marzo 27, 2009

ventisette

Che oggi, in un paese normale, sarebbe dovuto essere giorno di paga... e che invece era proprio meglio quando bastavano i goal di Schillaci a Italia '90 per farti credere al tuo paese come il migliore al mondo.

In ascolto: La storia - Africa Unite

mercoledì, marzo 25, 2009

Isola

Ieri mi hanno regalato un’isola, mi hanno detto che è tutta per me e che ci posso portare chi voglio e anche tutte le cose che mi fanno stare bene. Io su un’isola fino ad oggi non c’ho mai vissuto e non lo so mica come ci si sta in realtà, con le spiagge bianche, le palme e tutto quel mare attorno che non finisce mai, però se ci penso io dico che un’isola è proprio un bel regalo e che non potevano sceglierne uno migliore per me. E penso anche che tutti, ma proprio tutti, dovrebbero averne una… bah, secondo me questo mondo è proprio ingiusto. Intanto mi tocca di preparare le valigie: dovrò pur portarmi qualcosa per ingannare il tempo mentre starò ad aspettare impazientemente chi dovrà raggiungermi lì. E allora ho pensato che un barista dall’altro lato del bancone (sì, perché un bancone ci vuole) non può proprio mancare; sull’isola dovrebbe far caldo quindi basta giusto qualche bella Peroni ghiacciata, senza bisogno di amari o liquori di altra sorta; per i libri penso a Fante e Tondelli, sì sì, loro dovrebbero bastare per un po’ e poi magari mi porto anche qualche bella rivista tra le tante che ho archiviato e sto a posto così. Sulla musica c’ho qualche dubbio in più lo ammetto, ma tanto ormai occupa così poco spazio che di discografie ne posso portare quante ne voglio, devo solo ricordarmi di chiedere a Nello di procurarmi qualcosa di nuovo, lui saprà certamente come aiutarmi. Poi mi porto le foto di Michael, perché ogni tanto voglio ridere così, in maniera innaturale come un bambino, e anche i video delle mie feste, perché così posso vedere tutte le volte che voglio la gente che abbiamo fatto sorridere noi. I sogni invece mi sa che per questa volta li lascio nei cassetti di casa, che ora non c’ho né voglia e né tempo di inseguirli e al posto loro mi porto la pallina magica, che voglio proprio vedere se rimbalza anche sulla sabbia. Ci vediamo presto, e se volete venirmi a trovare la strada è facile, basta solo nuotare un po’.

In ascolto: TarantaTrance - Nidi d'Arac

venerdì, marzo 20, 2009

energie

Qui nell’aria c’è rabbia, e disperazione, e odio. Sentimenti intrappolati nelle ossa di un vecchio hippie costretto su una sedia a rotelle e nascosti su soppalchi sconosciuti; disegnati sulle facce tese di automobilisti stressati e imbottigliati nelle loro vite; che appaiono negli sguardi cupi di casalinghe in carriera mentre viaggiano in tram verso le loro tavole ancora da imbandire o in quelli di un giovane filippino che beve a lunghe sorsate da una bottiglia di gin mentre si ripara da una fitta pioggia che neanche a Manila. C’è rabbia, e disperazione, e odio, mentre i manganelli si alzano su gente inerme, i papi sparlano e i nani e le ballerine fanno la loro parte in un film già visto ormai troppe volte. C’è rabbia, e disperazione, e odio, ma intanto i corpi si intrecciano e le pelli si toccano, il pubblico continua a cantare e le mani si sfiorano. E “cosa racconterai di questi cazzo di anni zero” già lo sai da un po’ ma vorresti ancora “cambiare questa città in un’altra cazzo di città” con la “la lotta armata al bar”. E Giorgio Canali sul palco è un delirio anche se “i cccp non ci sono più” e anche se “il fumo che hai comprato sa di paraffina”. E sei “andato a vedere le luci della centrale elettrica” e nell’aria c’era un po’ meno rabbia, e disperazione, e odio. E le nostre energie, quelle che fino a poco tempo fa dovevamo chiedere in prestito, be’ quelle ora dovranno venirsele a cercare da noi…

sabato, marzo 14, 2009

Venere senza pelliccia

La montagna è baluardo immobile che regge impassibile gli scrosci potenti e fragorosi del mare. È innevata e rigogliosa, degna e possente, e sovrasta immobile le spiagge bianche calpestate da piedi nudi e da bambini impertinenti. Vive di calma. Piatta. A volte apparente. Avvolta nel silenzio, imperscrutabile, osserva, ascolta e assorbe le onde di un mare prepotentemente agitato, elegantemente mosso, teneramente inquieto. Sono onde che muovono e poi cancellano tracce labili del passato, del presente e del futuro. Moti circolari che bagnano, erodono e trascinano detriti ma che sono incredibilmente capaci di rinvigorire le radici. Tutto così naturale, tutto così vero, tutto mentre nello scontro si addensano dolci schiume e lei, Venere senza pelliccia, bellissima, appare.