mercoledì, febbraio 18, 2009

EQUILIBRIO

Siamo esistenze in equilibrio precario su di un intreccio di fili debole e tremolante; equilibristi in un mondo subalterno fatto di gioie e costrizioni, momenti di gloria e sogni ingombranti, riuscitissimi giochi circensi e rovinose cadute nel vuoto. Piccole oscillazioni provocano potenti turbamenti che solo una rete ben tesa è capace di respingere. E allora cerchiamo continuamente di alzare il baricentro per non venir risucchiati dai problemi di soldo e dai mali interiori, ma siamo precari, e a volte capita che neanche gli scorci di cielo azzurro e i tiepidi soli mattutini bastano a tenerci in piedi nella tempesta di pensieri che ci affollano la mente. Siamo giovani, chi più chi meno, ma troppo spesso le strade che abbiamo davanti ci sembrano in salita, con gli affitti da pagare, le rate da saldare e i denti da rifare. Eppure abbiamo capacità, tante, anche se a volte rimangono racchiuse nei nostri silenzi e nelle nostre angosce. Siamo in molti, con un passato troppo breve e un presente che a volte sembra volerci gambizzare, ma non riusciamo a non guardare al futuro che con occhi dolci e con il sorriso sulle labbra. Perché, in fondo in fondo, siamo fatti così; è in quel preciso istante che precede la caduta che siamo finalmente capaci di guardare in basso, studiare attentamente la rete e decidere che no!, non è ancora arrivato il momento di cadere, di lasciarsi risucchiare nei vostri anfratti, di darvi la soddisfazione di averci sconfitto… perché ne siamo certi: ieri come oggi, in un modo o nell’altro, la primavera arriva sempre…

In ascolto: Il paese è reale – Afterhours

2 commenti:

Anonimo ha detto...

l equilibrista gioca con la gravità dei sogni che ha nell'anima
marta sui tubi.
ciao emi.

GpuntoS ha detto...

Aggiungerei anche questa... Un po' più folk, ma il testo ci sta tutto...

Il Funambolo - Ratti della Sabina

Son maestro di follia,
vivo la mia vita sulla fune
che separa la prigione della mente
dalla fantasia.
Il mio futuro è nel presente
ed ogni giorno allegramente
io cammino sul confine immaginario
dell’orizzonte mentre voi,
signori spettatori, mi guardate dalla strada,
cuori appesi ad un sospiro
per paura che io cada
ma il mio equilibrio è in cielo
come i sogni dei poeti,
mai potrei viver come voi
che avete sempre la certezza della terra sotto i piedi.

Son maestro di pazzia
e vola sulla corda la mia mente
a rincorrere i pensieri
ad inseguire l’utopia
di catturare almeno un “oggi”
prima che diventi “ieri”
e provare a far danzare il tempo.

Signori spettatori lo spettacolo è finito,
vi saluto con l’inchino,
sempre in bilico sull’orlo del destino
e un sorriso avrò per tutti voi,
che vediate nel funambolo un buffone
o che vediate in lui un artista
e ringrazio chi ha disegnato questa vita mia perché
mi ha fatto battere nel petto il cuore di un equilibrista.