lunedì, ottobre 11, 2010

Insert Coin

Sulle piste dove correvo da piccolo col go-kart oggi hanno costruito delle pensiline per gli autobus e le moto sfrecciano troppo veloce. Sogno di giorni felici, mentre tutto intorno si susseguono lutti e nuovi amori, catastrofi e matrimoni, che pure se non scrivo sul blog da un po’ il tempo mica si è fermato. Sullo schermo intanto la scritta continua a lampeggiare. Insert Coin to Play. Ma i gettoni sono finiti da un pezzo e ora nemmeno i sottotappi della coca cola riescono a far partire la macchina dell’autoscontro. Sapevo che sarebbe successo prima o poi. Non dovevo fidarmi della zia. Be', ora che il giostraio ci ha presi nel sacco bisogna scendere prima che arrivi a istruirci con il suo dialetto e il suo bastone zingaro. O forse no. Forse c’è addirittura il tempo per l’ultima corsa, quella finale. Schiaccia il pedale allora! E che non ci prendano! Né adesso né fra un anno, quando ci nasconderemo in un bar di periferia a cantare canzoni neomelodiche degli anni Settanta con un vecchio bassista sudamericano.

E ti prego: stappa una Peroni, o una Raffo, o anche una Bitburger, e andiamocela a bere insieme sotto un palco o sulla sabbia. Ma niente pantaloncini neri dalle tasche bucate stavolta; porterò il marsupio giallo, che ieri c’ho appuntato una spilla nuova. Inviterò un po’ di amici e riscriverò il piano traffico, come ho fatto quest’estate per l’Arzibanda, e allora sì che ci si potrà buttare in mezzo al caos di questo Paese del cazzo senza farsi investire.

No, non mi prenderà il giostraio. E nemmeno la sua banda. Che corrano e che sputino pure rabbia. Io ormai lo conosco troppo bene questo video-game.

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