In Italia si legge poco. I dati sulle vendite di libri del bel Paese sono indiscutibili e riportano una delle medie più basse per libri acquistati per persona in tutta Europa. Se i lettori scarseggiano, la stessa cosa non si può di certo dire per gli scrittori o aspiranti tali. Si stima che l’80% degli italiani abbia nel cassetto, oltre che un sogno, anche un libro che spera un giorno di vedere pubblicato. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa speranza viene troppo spesso tradita e di quei testi scritti con dedizione e passione non se ne avrà mai traccia in libreria. È da questo concetto che parte la bella iniziativa de “La libreria degli inediti”, la prima libreria italiana a contenere solo ed esclusivamente testi di autori sconosciuti che non hanno avuto la soddisfazione di veder pubblicate le proprie opere. L’idea di fondo è quella che il mercato editoriale sia ormai prossimo alla saturazione e che le difficoltà di vedersi pubblicati aumentino sempre di più fino anche ai casi in cui gli autori sono “costretti” ad investire direttamente i propri averi per pubblicare con case editrici che non se la sentono di rischiare i propri piccoli capitali per un’opera prima. Nasce da qui sabato, gennaio 20, 2007
la libreria degli inediti
In Italia si legge poco. I dati sulle vendite di libri del bel Paese sono indiscutibili e riportano una delle medie più basse per libri acquistati per persona in tutta Europa. Se i lettori scarseggiano, la stessa cosa non si può di certo dire per gli scrittori o aspiranti tali. Si stima che l’80% degli italiani abbia nel cassetto, oltre che un sogno, anche un libro che spera un giorno di vedere pubblicato. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa speranza viene troppo spesso tradita e di quei testi scritti con dedizione e passione non se ne avrà mai traccia in libreria. È da questo concetto che parte la bella iniziativa de “La libreria degli inediti”, la prima libreria italiana a contenere solo ed esclusivamente testi di autori sconosciuti che non hanno avuto la soddisfazione di veder pubblicate le proprie opere. L’idea di fondo è quella che il mercato editoriale sia ormai prossimo alla saturazione e che le difficoltà di vedersi pubblicati aumentino sempre di più fino anche ai casi in cui gli autori sono “costretti” ad investire direttamente i propri averi per pubblicare con case editrici che non se la sentono di rischiare i propri piccoli capitali per un’opera prima. Nasce da qui
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