mercoledì, aprile 04, 2007

Appello degli "indipendenti", boicottiamo le radio private

Proprio la settimana scorsa, su queste stesse pagine, avevamo descritto il processo di omologazione in atto, ormai da troppo tempo, nella programmazione musicale delle maggiori emittenti radiofoniche private del nostro paese. Un fenomeno sotto gli occhi di chiunque abbia un minimo di sensibilità musicale e che sia in grado di capire come le playlist trasmesse dai grandi network, assomiglino ormai ad un gran polpettone proposto e riproposto più volte al giorno in modo analogo da tutte le emittenti nazionali. Ora, e noi non possiamo che esserne contenti, qualcuno sta cercando di invertire questa tendenza per consentire anche alle produzioni e agli artisti independenti di avere una rilevanza mediatica che troppo spesso gli viene negata; è notizia di ieri infatti, che l’Audiocoop, l’associazione che riunisce più di 100 etichette indipendenti pop rock nata dopo l’esaltante esperienza del MEI del 2001, ha proclamato una giornata di sciopero contro i grandi network radiofonici e televisivi che non trasmettono piu' produzioni indipendenti ed emergenti e i dischi d'esordio dei nuovi artisti italiani, ''danneggiando gli investimenti di ricerca e sviluppo del settore e tutta la nuova musica italiana''. L’invito rivolto agli ascoltatori è quello di spegnere le frequenze delle radio e delle tv che non danno spazio alla nuova musica indipendente, emergente e degli esordienti per il 21 giugno, giorno della Festa Europea della Musica. Per questo è in fase di preparazione un appello rivolto a artisti, promoter, associazioni, circoli appassionati e utenti della radio e tv, ma nel frattempo sono state già raccolte molte adesioni di sostegno. Come quella del sottosegretario ai Beni Culturali, Elena Montecchi, una delle prime ad appoggiare l’iniziativa già a novembre, quando si è svolto un incontro con la Siae e più di venti rappresentanti del settore durante il Mei, il Meeting delle etichette indipendenti. In seguito a questa e ad altre iniziative, come ci ricorda il presidente di Audiocoop Giordano Sangiorgi, è stato rivolto un appello alle trenta radio e tv musicali più influenti nel panorama nazionale al quale nessuno ha mai risposto; si è passati quindi ad organizzare una forma di protesta che mira a sensibilizzare, oltre agli editori, anche il pubblico. “Quello stesso pubblico – ci ricorda ancora Sangiorgi - che sta già abbandonando le radio e le televisioni che non fanno ricerca e sviluppo, e che sempre più preferisce rivolgersi alle web radio e, quando possibile, a radio locali più attente alla produzione ‘altra’”. Proprio l’attenzione verso il pubblico ha spinto alla protesta; un pubblico “negato” alle realtà indipendenti che non hanno spazio sui network, ma che dimostrano invece di essere molto apprezzate quando si esibiscono dal vivo. Il poco spazio a disposizione sui media più famosi impedisce comunque la crescita del settore e, allo stesso tempo, comporta un grande danno culturale al paese negandogli la possibilità di conoscenza di una produzione musicale viva e, diciamoci la verità, molto più interessante di tanta “buona musica” proposta quotidianamente dai dj più famosi. Oltre alla giornata di sciopero, Sangiorgi ci ha comunque confermato che le iniziative non si fermano qui, e che continuerà il dialogo con il Governo attraverso il Tavolo della Musica; un’iniziativa che ha già dato degli ottimi risultati con sgravi fiscali nell’ultima finanziaria, la riduzione dell’iva e dell’Enpals per le esibizioni live delle band emergenti e una nuova Legge per la Musica che sta per avviare il suo iter parlamentare. Tra i prossimi appuntamenti di Audiocoop, invece, il 12 maggio un convegno sulla tutela e lo sviluppo della biodiversità musicale che si terrà al festival della Musica nelle Aie a Castel Raniero con Slow Food Italia come ospite e il 1° giugno a Bologna l'incontro tra i 100 festival per emergenti del Circuito Mei Fest.

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