lunedì, aprile 20, 2009

bellezze

Raccolgo margherite ai bordi di strade abbandonate e sotto palazzi fatiscenti mentre da queste parti si susseguono scissioni di atomi che “manco” una centrale nucleare. E allora che passino pure le macchine strombazzanti sui semafori della Prenestina, le sveglie mattutine che non erano mai state così pesanti, i tram pieni di emozioni soffocate e le bocche più o meno conosciute che emettono suoni confusi. E passino anche le passeggiate dentro le tombe dei papi, l’oro dei loro anelli e i rum da otto euro. Perché qui, ormai, i cicli si chiudono a una velocità inconsueta e impercettibili scontri di nuclei energetici provocano spostamenti delle soglie, accendono lampadine di curiosità e stimolano gli organi sensitivi. E sarà pur vero che stiamo combattendo un po’ tutti guerre già perse in partenza su campi di battaglia ostili e fangosi, ma c’è comunque da rallegrarsi nel riuscire a elogiare ancora la bellezza; quella portata a spalla dalla primavera, dalla tomba quasi nascosta di Trilussa dentro il cimitero monumentale del Verano, dalle bottiglie di limoncello bevute alle due di notte cantando a squarciagola sotto le finestre, da una piccola creatura animata che rallegra e da una piccola donna che cresce. La bellezza delle sensazioni che tornano a presentarsi forti, terribilmente forti. E che prendono sulla pelle riscaldata, e scavano, e si insinuano fino alle ossa e dentro allo stomaco. Quelle che non ti resta che assorbirle, facendole tue e rigettandole di nuovo all’interno di questo pazzo pazzo mondo… facile no?

In ascolto: Beato me - Dente

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