lunedì, giugno 01, 2009

Rocker vs Cocker

Che a passare da rocker a cocker ci vuole poco, proprio tanto così. Una lettera, un istante, e l’animale da palcoscenico si ritrova a far pipì dietro un palco addobbato a festa dove la band continua imperterrita a eseguire pezzi ormai scontati e senza più appeal. Metà del pubblico fischia, l’altra metà rimane scettica ma in fondo approva. L'organizzatore, anche questa volta, non pagherà. Non c’è via di mezzo, la rete è intricata e le correnti spingono più in là, dove neanche i massimi sistemi servono a spiegare, comunicare, interagire con i fan. Sogni e ambizioni spariscono, travolti da “un insolito destino” e logorati dai tempi troppo lenti di un pezzo senza finale. Il rocker è solo e stanco, ha gli occhi bassi e le vene gonfie, il cocker che è in lui è scaltro e si tiene ai margini pronto a coglierne ogni attimo di debolezza. Fermo immagine. Sfida che logora. Le mani non sanno più quando applaudire.

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