venerdì, marzo 23, 2007

“Delinquenti”, il nuovo disco della rock band che arriva dal carcere

Quella dei “Presi per caso” è una di quelle storie che troppo poco spesso vediamo raccontate in televisione, e che magari, quando un direttore di rete decide di fare una scelta coraggiosa, vengono relegate in programmi di seconda o terza fascia oraria. Il mondo carcerario sui media, negli ultimi mesi è tornato sì ad occupare un notevole spazio, ma solo perché la discussione sulla legge per l’indulto ha suscitato non poche reazioni sia nel mondo politico che nella società civile. Ma quello che ci insegnano i “Presi per caso” è che, in fondo, il carcere può essere ben altra cosa se inteso come tentativo di reinserimento nella società, forse proprio quello che sta mancando ai detenuti scarcerati in seguito alla legge del ministro Mastella. “Presi per caso” è questo, ma non solo. Perché l’intento della compagnia di detenuti, ex-detenuti e non-detenuti nata all’interno del carcere di Rebibbia è quello di comunicare il carcere in forma artistica per rompere il muro tra società dei reclusi e società dei liberi. Loro raccontano storie che parlano di carcere, ma lo fanno con il sorriso, perché “spesso, ridendo si riflette meglio”. “Presi per caso” è un progetto ampio, che parte proprio dalla considerazione che troppo spesso si parla di carcere e di detenuti attraverso stereotipi che mal si addicono con la realtà della vita carceraria, per questo motivo nasce l’idea e la voglia di contrapporre un nuovo modo di parlare di carcere, attraverso il sorriso e le arti, per provare a convincere dell’inutilità e soprattutto della controproduttività di questa istituzione. Un progetto ampio dicevamo, che comprende una compagnia teatrale e, soprattutto, una rock band che ha cominciato otto anni fa quasi per gioco, proponendo inizialmente concerti per le famiglie dei detenuti, e che ora si ritrova a suonare sempre più spesso anche all’esterno del carcere. Una formazione, come tengono orgogliosamente a ribadire i protagonisti dell’iniziativa, in continuo mutamento, perché scarcerazioni e arresti influiscono direttamente sulla composizione del gruppo, che al contrario delle grandi band internazionali, vivono con piacere ogni dipartita dalla formazione originale visto che ciò significa l’uscita dal carcere di uno dei componenti. Una band che ha vissuto due stagioni differenti, segnate da una diversità nella gestione della vita carceraria che ha influenzato anche le contaminazioni musicali. Dal 1996 al 2001, il regime carcerario imposto dall’amministrazione era molto severo e la produzione del gruppo era caratterizzata dall’uso massiccio di chitarre rock e distorsioni, con testi e liriche segnate da un sottofondo malinconico a descrivere lo stato d’animo dei reclusi. Diverso il periodo che dura ancora oggi, segnato da una forte apertura dell’amministrazione penitenziaria e dal Tribunale di Sorveglianza che ha consentito più di una volta al gruppo di uscire “allo scoperto” per presentare le proprie opere al pubblico esterno alle mura carcerarie. Così se del primo periodo rimangono solo alcune registrazioni video effettuate dall’amministrazione, il secondo è caratterizzato da una ben più ampia produzione, caratterizzata dal debutto nel mondo dei liberi, nel 2004, con un musical carcerario, “Radiobugliolo”, scritto e musicato da Salvatore Ferraro (membro e chitarrista della band dal 1998), diretto da Michele La Ginestra e rappresentato per quattro settimane al Palladium di Roma. Gran successo di pubblico e il primo disco omonimo che di lì a poco vedrà la luce riproponendo i pezzi dello stesso spettacolo. A febbraio, la band ha presentato il suo nuovo disco distribuito in tutta Italia, “Delinquenti”, 8 tracce di puro “Cabarock Penitenziario”, descritto come un lavoro “pieno di ironia, di storiacce di mala dal ridere e il solito filo di amarezza per i compagni che stanno in carcere e che non vogliamo dimenticare mai”, ma anche un omaggio a chi dal carcere non è riuscito ad andarsene mai, come Giorgio Capace, primo front man del gruppo, morto dopo una lunga malattia contratta durante il periodo di reclusione; per liberarlo idealmente, ora il cantante del gruppo deve essere per forza un uomo libero.

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